sabato 14 marzo 2009

LaTristezza

E' il mio male, il mio cancro. Fa però parte di me, me la porto dentro, cerco di non ascoltarla ma torna sempre, perchè è in me. Lessi una volta della malinconia. E lessi ancora e ancora. E ogni cosa che leggevo rispecchiava esattamente quello che provo. Prima o poi dovò leggere un saggio a riguardo. Forse sono malinconico, forse solo pessimista, forse ho solo poca fiducia. O forse mi sento semplicemente solo. Perchè non c'è niente infatti che mi butti giù come la solitudine.
L'esempio più frequente!? Un sabato sera in casa o una domenica pomeriggio buttata perchè non sn riuscito a trovare niente da fare. Magari tutti erano occupati, altri impegni o niente che mi andasse lontanamente a genio. in questi momenti scatta un meccanismo masochistico: comincio a pensare che è colpa mia, che non mi sono dato abbastanza da fare, che sto sbagliando qualcosa, che non ho un legame particolare coi miei amici, e che quindi sono solo. Ed è colpa mia. Perchè non ho saputo stabilire buone relazioni o perchè sono troppo selettivo. Non so se gli argomenti sono veri o solo semplici scuse per nascondere un malessere generico. Stasera per esempio sono stanco, non ho dormito molto dopo la serata di ieri e non trovando nessuno disposto ad andare al cinema sono rimasto in casa. Si, certo potevo andare a qlche festa con amici ma non me la sento per la stanchezza. Eppure incolpo me stesso: arrivi addirittura ad avere la sensazione che sto buttando via la mia vita. E' solo una serata persa, ma ho il terrore che questa mancanza possa nascondere un mio atteggiamento che rende la mia vita poco piena. Non fa paura quello che vediamo, per quanto possa essere orribile: è molto più terrificante quello che si nasconde alla nostra vista.
Per fortuna ho cominciato a scrivere. Mi aiuta a equilibrare la mia tristezza.
E' che mi sento solo. Come perso in un deserto sterminato. Non è l'essere solo in se stesso, ma il fatto di non sapere dove andare, e di non avere nessun riferimento. La mancanza di riferimento, di un appoggio, di una controparte che condivida la mia situazione mi fa sprofondare in un limbo di domande e dubbi sulle mie scelte. Il non sapere se questa o quella è la scelta giusta, se questo o quell'atteggiamento va bene o no mi fa totalmente perdere la bussola. Ma questa è la vita, no!? Ognuno la vive in prima persona, quindi lui solo sa ciò che è giusto o sbagliato per se. E' che ho in mente uno stil di vita, che non riesco poi ad avere nella realtà. Serate piene di amici, viaggi, impegni e attività da ricordare ogni weekend, incontri indimenticabili, amori intensi...questa è la vita che vorrei...ma è lontana anni luce da quella che ho. Colpa mia!?

"La malinconia è la gioia di sentirsi tristi" dice V.Hugo...Wikipedia poi commenta così: "...Si potrebbe definire come il desiderio, in fondo all'anima, di una cosa, di una patria, di una persona mai conosciuta o di un amore che non si è mai avuto, ma di cui si sente dolorosamente la mancanza. La malinconia si può manifestare in espressioni del viso, in un sentimento di tristezza che può durare anche una vita...". Ed è proprio quello che sento. Ho letto anche di un dottore che affermava che la società moderna del benessere accentua l'emarginazione dei malinconici, nonostante la loro "affermata" presenza anche tra artisti. La tristezza, è impopolare, causa disagio: nessuno la vuole e ne vuole sentirne parlare. Buffo era l'esempio di chi alla domanda "Come va?" risponde sempre "bene" anche se non è vero. E a chi non è capitato!?

Io continuo ad andare avanti cercando di capire i miei errori, di non lasciarmi mai andare nonostante i periodi bassi. Spero solo un giorno di smettere di avre tutti questi pensieri e vivere serenamente, sapendo prendere le situazioni per quelloche effettivamente sono. Spero un giorno di avere la vita che desidero.

giovedì 5 marzo 2009

Il Senso

Il senso è qualcosa che abbiamo perso lo scorso secolo e che non sappiamo più in quale cassetto abbiamo messo inquesto secolo. L'immagine, l'attenzione momentanea, la soddisfazione immediata e online dei piaceri ha oscurato il vero senso delle cose e della vita. I media, l'industria, l'elettronica e perfino la musica spesso sono piccole dosi di soddisfazione che ci fanno diventare sia dipendenti che insaziabili. Ciò che placa i nostri senso non è un "poco ma intenso" ma tuttalpiù un "innumerevole e sciaquo". Basti pensare alle innumerevoli band presenti nel panorama rock una serie infinita di copie di copie le cui minime variazioni interessano una minoranza ristrettissima di individui. La ricerca della qualità, del bello assoluto, di una forma d'arte immutevole rispetto al tempo è ormai storia. Concepisco i cambi di moda, ma non capisco come dai greci fino al barocco si è cercato sempre di raggiungere lo stile massimo per poi decadere nel 21°secolo ad una sorta di arte popolare. Sia chi propone e sopratutto chi cerca ha un così basso livello di aspirazione che si accontenta di un minimalistico dettaglio di novità per "creare qualcosa di nuovo"...Il senso in questa innumerevole espressione di forme è vago, è perso, è assente. Perchè il senso è una cosa semplice, non ha bisogno di fronzoli, di coreografie o accattivat slogan. E' sempre quello, in qualunque tempo, dovunque. E' assoluto, così come lo sono i desideri dell'anima umana. Oggi invce è stato relativizzato. Non sapevo che Einstein fosse così di moda. Ma, relativizzare tutto significa abbandonare ogni punto di riferimento, perdere i confini e le distanze, non sapere dov'è più ne il bello ne il brutto. Il senso, quello vero invece, è un faro: una volta avvistato dove altro dirigersi se non verso di lui. Il problema è saperlo vedere, volervo vedere e saperlo riconoscere. Quest'ultimo, fiducia mia, penso sia facile: sempre che il nostro cuore non sia aggrovigliato da mille incertezze, ma sia puro e libero di aprirsi. Lui lo vedrà, non la nostra mente. Saperlo individuare e volerlo fare sono invece due attività che la società di oggi sta perdendo e anzi sta proprio andando in senso contrario. Avete notato come nelle pubblicità quando fanno vedere una pensiero veramente profondo,(mi viene in mente lo spot telecom con Gandhi) la cosa risulti accattivante? Proprio perchè è inusuale!
Immaginate un palazzo enorme, con statue d marmo, decorazioni in cotto, rifiniture dorate, arazzi, affreschi vivaci e candelabri di Murano: questo è il senso delle cose PROPOSTO. Variegato, sfarzoso, in una parola, "figo". Sapete qual'è il vero senso per me!? Il palazzo che crolla e mostra alla sua base , una solida piramide. Niente di più semplice, ma niente di più solido. Persino in fisica le equazioni troppo complesse hanno sempre fatto storcere il naso ai più grandi teorici. Il senso...

Il senso dell'amore, il senso del tempo speso, il senso delle nostre azioni, il senso dei nostri pensieri, delle nostre parole, del nostro lavoro, di quello che vediamo, ascoltiamo e percepiamo. Il senso è verità marmorea. Se non è forte, denso, se non è lui che muove le nostre passeggere vite allora cosa stiamo facendo? Quanto vale la pena morire per un ideale!? quanto vale la pena inseguire un sogno!? Il senso definisce i confini dell'importanza, cattura l'anima, screma tutto il surplus che abbiamo, toglie dalla fitta nebbia ogni dubbio e ci fa vedere la luce. Invano camminiamo a caso giorno dopo giorno guardardoci intorno forsennatamente. Vedere il senso significa camminare in linea retta con passo deciso e senza incertezze.
L'interiorizzazione, la consapevolezza e il coraggio sono le basi per compiere questo viaggio. Il problema maggiore, che invece la società di oggi ha risolto al tal punto da farlo diventare il nuovo scopo, è la presenza dei tempi morti. Non si può, o almeno non credo si possa, vivere un'intera vita rivolta lla ricerca della verità. Richiede un notevole sforzo intellettuale giorno dopo giorno, dedizione, costanza e pazienza. Qualità pregievoli ma molto rare. L'uomo è molteplice nella sua unità. Ha sia bisogno della mutevolezza quanto della imperturbabilità. L'una non esclude l'altra, ma si compensa. Quanto è universale la legge dell'equilibrio. Ma chi stabilisce i pesi? L?individuo? o la società? una vita mutevole è appunto priva di significato, mentre una vita imperurbata è distaccata, quasi apatica. Tuttavia i tempi morti in quanto noiosi, apparentemente privi di senso VANNO colmati. E qui nascono le innumerevoli cazzate prodotte dalla società moderna: il grande fratello, la playstation, i giochi online, i fumetti (non tutti), i film ecc. Sono i passatempi...solo ora capisco perchè Schopenhauer ce l'aveva a morte con le carte...Il senso non permea la vita: la trapassa per brevi istanti e poi scompare finchè lo cerchiamo ancora. Ma la ricerca richiede tempo e dedizione, pazienza. Se questi sacrifici non valgono più la pena ecco che allora il passare il tempo diventa una esigenza, non più in vista di un più nobile scopo da seguire ma solo fine a se stesso. L'equilibrio invece ci impone di mescolare frivolezza, il piacere di vivere e di abbandonarsi con la ricerca di una più alta meta, del compimento di uno sforzo, della valorizzazione di una vita. Una vita senza senso non vale la pena di essere vissuta: ma bisogna conoscere i piaceri per sapere perchè vale la pena vivere. Soddisfa il corpo e la mente. Equilibrio e verità. Il senso. Di tutto.

domenica 1 marzo 2009

Viaggiare

Viaggiare è sicuramente una delle cose più belle della vita. Comporta però vantaggi e svantaggi e dipende molto dalle motivazioni per cui lo si fa. Io ho cominciato a lavorare all'estero sia per entrare in realtà lavorative che in Italia sn poco sviluppate sia perchè volevo andarmene dal mio piccolo paesino di provincia. Qui il viaggio è inteso proprio come cambio di vita: io non sono ne in vacanza, ne in erasmus, ne intrasferta. Io vivo dove sono. E' stata la scelta migliore che abbia mai fatto nonostante tutte le ripercussioni subite. Quali?

-nessun vero amico
-contrasto tra culture
-futuro mooooolto incerto

La prima è ovvia, se vai i nun posto nuovo non conosci nessuno e non essendo del luogo si fa fatica ad allacciare relazioni: DIpende molto da se e dalla fortuna. Quanti amici venuti dall' Uk o dalla Germania avete? Non è un problema se non parlano italiano?
La seconda pure ovvia...l'Italia è ricca di cultura ad alti livelli dovunque...noi ci siamo in mezzo ma non ce ne accorgiamo neanche. Il cibo, l'igiene, la cultura media, il tipo di relazioni, il divertimento. Se da un lato ci sono pecche non sono ancora riuscito a vedere uno stile di vita meno equilibrato del nostro.
Il terzo punto è il fondamentale. Lì è la chiave del significato del viaggiare. Perchè si viaggia? Dove stiamo andando? Quando ci fermeremo? Chi o che cosa ce lo farà fare?
Molti hanno scritto che il più grande viaggio è quello interiore: nient di più vero, ci credo femamente. Quello che vediamo a Bali, Honk Kong, Kabul, New York, Roma sono solo belle immagini. Vedere città, parchi, monumenti, locali, eventi è come un passatempo. Quello che ci arricchisce è il contrasto: vediamo realtà diverse dalla nostra, ne vediamo i difetti, le sfumature le distorsioni. Da lì, se abbiamo un mente aperta e spirito critico possiamo imparare a vedere le cose da un nuovo punto di vista, cancelliamo il punto di riferimento, i nostri dogmi imposti dalla nostra routine e li sostituiamo con nuovi, più ampi, più flessibili. Questa è la vera essenza del viaggiare e dell'imparare dalle altre culture. La nostra consapevolezza aumenta, il nostro criticismo si articola, il bello e il giusto cambiano riferimento.
Ma il viaggio interiore può essere fatto ovunque, anche al nostro paesello, è solo più difficile. La routine, le abitudini, la chiusura mentale fiaccano lentamente la nostra voglia di cambire e sperimentare. Si esce con i soliti amici, si fanno le stesse attività, si va nei soliti posti. E' buffo come farsi 200km in macchina una domenica per fare una gita siano decisamente troppi mentre quando sei all'estero non esci il sabato per prendere il treno alle 6:20 ed essere a destinazione dopo 3 ore...
Il viaggio in sè comporta contraddizioni: quando si è fermi ci si vuole muovere, quando ci si muove troppo vogliamo una pausa. E' l'infinita ricerca di un equilibrio stabile/instabile. E' che mancano riferimenti. Senza i soliti riferimenti, senza qualcuno o qualcosa che ci attragga o respinga noi siamo abbandonati alla nostra sola scelta. Avere le idee chiare in un tale contesto è fonadamentale per non perdere la testa. Purtroppo a volte mi capita. Non ho idea di dove sto andando, il futuro non è mai stato così incerto da quando ho varcato il confine: l'unica cosa che mi tiene in piedi sono le mie scelte. Io sono qui per volere mio. Mi sposterò per volere mio. So xè mi alzo ogni mattina xè ho fatto una scelta tempo fa. Ma quando i risultati, quando le aspettative vengono meno allora quella scelta diventa moooolto discutibile. E se la certezza manca, tutto quanto perde senso. Sarà che forse sono pessimista...forse solo malinconico.

Io sinceramente non so cosa voglia dire vivere di routine. Non mi ricordo neanche più cosa voglia dire avere una vita a ritmi "normali". Ho girato 3 stati in poco tempo. Il mio punto di vista quindi è distorto rispetto ad alcuni di voi, ma lo è per conseguenza, non per scelta.

Ciao a Tutti!

Questo è il mio blog, uno sfogo ai miei pensieri e problemi tenuti troppo a lungo dentro di me. Qui lascio libero sfogo alla mia mente, la apro senza barriere e ve la metto su un piatto. Potete farne ciò che volete, ma non insultatela. Trovo di ignoranza colossale scrivere banalità o insulti gratuiti a qualcuno che sta cercando di aprire le porte del suo Io.

Rimarrò anonimo, scelta personale, ma vi dirò che vado per i trenta, sono laureato e vivo all'estero.

Il resto verrà poco alla volta, anke questa pagina prob verrà cambiata presto.

Au revoir !

 
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