giovedì 5 marzo 2009

Il Senso

Il senso è qualcosa che abbiamo perso lo scorso secolo e che non sappiamo più in quale cassetto abbiamo messo inquesto secolo. L'immagine, l'attenzione momentanea, la soddisfazione immediata e online dei piaceri ha oscurato il vero senso delle cose e della vita. I media, l'industria, l'elettronica e perfino la musica spesso sono piccole dosi di soddisfazione che ci fanno diventare sia dipendenti che insaziabili. Ciò che placa i nostri senso non è un "poco ma intenso" ma tuttalpiù un "innumerevole e sciaquo". Basti pensare alle innumerevoli band presenti nel panorama rock una serie infinita di copie di copie le cui minime variazioni interessano una minoranza ristrettissima di individui. La ricerca della qualità, del bello assoluto, di una forma d'arte immutevole rispetto al tempo è ormai storia. Concepisco i cambi di moda, ma non capisco come dai greci fino al barocco si è cercato sempre di raggiungere lo stile massimo per poi decadere nel 21°secolo ad una sorta di arte popolare. Sia chi propone e sopratutto chi cerca ha un così basso livello di aspirazione che si accontenta di un minimalistico dettaglio di novità per "creare qualcosa di nuovo"...Il senso in questa innumerevole espressione di forme è vago, è perso, è assente. Perchè il senso è una cosa semplice, non ha bisogno di fronzoli, di coreografie o accattivat slogan. E' sempre quello, in qualunque tempo, dovunque. E' assoluto, così come lo sono i desideri dell'anima umana. Oggi invce è stato relativizzato. Non sapevo che Einstein fosse così di moda. Ma, relativizzare tutto significa abbandonare ogni punto di riferimento, perdere i confini e le distanze, non sapere dov'è più ne il bello ne il brutto. Il senso, quello vero invece, è un faro: una volta avvistato dove altro dirigersi se non verso di lui. Il problema è saperlo vedere, volervo vedere e saperlo riconoscere. Quest'ultimo, fiducia mia, penso sia facile: sempre che il nostro cuore non sia aggrovigliato da mille incertezze, ma sia puro e libero di aprirsi. Lui lo vedrà, non la nostra mente. Saperlo individuare e volerlo fare sono invece due attività che la società di oggi sta perdendo e anzi sta proprio andando in senso contrario. Avete notato come nelle pubblicità quando fanno vedere una pensiero veramente profondo,(mi viene in mente lo spot telecom con Gandhi) la cosa risulti accattivante? Proprio perchè è inusuale!
Immaginate un palazzo enorme, con statue d marmo, decorazioni in cotto, rifiniture dorate, arazzi, affreschi vivaci e candelabri di Murano: questo è il senso delle cose PROPOSTO. Variegato, sfarzoso, in una parola, "figo". Sapete qual'è il vero senso per me!? Il palazzo che crolla e mostra alla sua base , una solida piramide. Niente di più semplice, ma niente di più solido. Persino in fisica le equazioni troppo complesse hanno sempre fatto storcere il naso ai più grandi teorici. Il senso...

Il senso dell'amore, il senso del tempo speso, il senso delle nostre azioni, il senso dei nostri pensieri, delle nostre parole, del nostro lavoro, di quello che vediamo, ascoltiamo e percepiamo. Il senso è verità marmorea. Se non è forte, denso, se non è lui che muove le nostre passeggere vite allora cosa stiamo facendo? Quanto vale la pena morire per un ideale!? quanto vale la pena inseguire un sogno!? Il senso definisce i confini dell'importanza, cattura l'anima, screma tutto il surplus che abbiamo, toglie dalla fitta nebbia ogni dubbio e ci fa vedere la luce. Invano camminiamo a caso giorno dopo giorno guardardoci intorno forsennatamente. Vedere il senso significa camminare in linea retta con passo deciso e senza incertezze.
L'interiorizzazione, la consapevolezza e il coraggio sono le basi per compiere questo viaggio. Il problema maggiore, che invece la società di oggi ha risolto al tal punto da farlo diventare il nuovo scopo, è la presenza dei tempi morti. Non si può, o almeno non credo si possa, vivere un'intera vita rivolta lla ricerca della verità. Richiede un notevole sforzo intellettuale giorno dopo giorno, dedizione, costanza e pazienza. Qualità pregievoli ma molto rare. L'uomo è molteplice nella sua unità. Ha sia bisogno della mutevolezza quanto della imperturbabilità. L'una non esclude l'altra, ma si compensa. Quanto è universale la legge dell'equilibrio. Ma chi stabilisce i pesi? L?individuo? o la società? una vita mutevole è appunto priva di significato, mentre una vita imperurbata è distaccata, quasi apatica. Tuttavia i tempi morti in quanto noiosi, apparentemente privi di senso VANNO colmati. E qui nascono le innumerevoli cazzate prodotte dalla società moderna: il grande fratello, la playstation, i giochi online, i fumetti (non tutti), i film ecc. Sono i passatempi...solo ora capisco perchè Schopenhauer ce l'aveva a morte con le carte...Il senso non permea la vita: la trapassa per brevi istanti e poi scompare finchè lo cerchiamo ancora. Ma la ricerca richiede tempo e dedizione, pazienza. Se questi sacrifici non valgono più la pena ecco che allora il passare il tempo diventa una esigenza, non più in vista di un più nobile scopo da seguire ma solo fine a se stesso. L'equilibrio invece ci impone di mescolare frivolezza, il piacere di vivere e di abbandonarsi con la ricerca di una più alta meta, del compimento di uno sforzo, della valorizzazione di una vita. Una vita senza senso non vale la pena di essere vissuta: ma bisogna conoscere i piaceri per sapere perchè vale la pena vivere. Soddisfa il corpo e la mente. Equilibrio e verità. Il senso. Di tutto.

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