domenica 1 marzo 2009

Viaggiare

Viaggiare è sicuramente una delle cose più belle della vita. Comporta però vantaggi e svantaggi e dipende molto dalle motivazioni per cui lo si fa. Io ho cominciato a lavorare all'estero sia per entrare in realtà lavorative che in Italia sn poco sviluppate sia perchè volevo andarmene dal mio piccolo paesino di provincia. Qui il viaggio è inteso proprio come cambio di vita: io non sono ne in vacanza, ne in erasmus, ne intrasferta. Io vivo dove sono. E' stata la scelta migliore che abbia mai fatto nonostante tutte le ripercussioni subite. Quali?

-nessun vero amico
-contrasto tra culture
-futuro mooooolto incerto

La prima è ovvia, se vai i nun posto nuovo non conosci nessuno e non essendo del luogo si fa fatica ad allacciare relazioni: DIpende molto da se e dalla fortuna. Quanti amici venuti dall' Uk o dalla Germania avete? Non è un problema se non parlano italiano?
La seconda pure ovvia...l'Italia è ricca di cultura ad alti livelli dovunque...noi ci siamo in mezzo ma non ce ne accorgiamo neanche. Il cibo, l'igiene, la cultura media, il tipo di relazioni, il divertimento. Se da un lato ci sono pecche non sono ancora riuscito a vedere uno stile di vita meno equilibrato del nostro.
Il terzo punto è il fondamentale. Lì è la chiave del significato del viaggiare. Perchè si viaggia? Dove stiamo andando? Quando ci fermeremo? Chi o che cosa ce lo farà fare?
Molti hanno scritto che il più grande viaggio è quello interiore: nient di più vero, ci credo femamente. Quello che vediamo a Bali, Honk Kong, Kabul, New York, Roma sono solo belle immagini. Vedere città, parchi, monumenti, locali, eventi è come un passatempo. Quello che ci arricchisce è il contrasto: vediamo realtà diverse dalla nostra, ne vediamo i difetti, le sfumature le distorsioni. Da lì, se abbiamo un mente aperta e spirito critico possiamo imparare a vedere le cose da un nuovo punto di vista, cancelliamo il punto di riferimento, i nostri dogmi imposti dalla nostra routine e li sostituiamo con nuovi, più ampi, più flessibili. Questa è la vera essenza del viaggiare e dell'imparare dalle altre culture. La nostra consapevolezza aumenta, il nostro criticismo si articola, il bello e il giusto cambiano riferimento.
Ma il viaggio interiore può essere fatto ovunque, anche al nostro paesello, è solo più difficile. La routine, le abitudini, la chiusura mentale fiaccano lentamente la nostra voglia di cambire e sperimentare. Si esce con i soliti amici, si fanno le stesse attività, si va nei soliti posti. E' buffo come farsi 200km in macchina una domenica per fare una gita siano decisamente troppi mentre quando sei all'estero non esci il sabato per prendere il treno alle 6:20 ed essere a destinazione dopo 3 ore...
Il viaggio in sè comporta contraddizioni: quando si è fermi ci si vuole muovere, quando ci si muove troppo vogliamo una pausa. E' l'infinita ricerca di un equilibrio stabile/instabile. E' che mancano riferimenti. Senza i soliti riferimenti, senza qualcuno o qualcosa che ci attragga o respinga noi siamo abbandonati alla nostra sola scelta. Avere le idee chiare in un tale contesto è fonadamentale per non perdere la testa. Purtroppo a volte mi capita. Non ho idea di dove sto andando, il futuro non è mai stato così incerto da quando ho varcato il confine: l'unica cosa che mi tiene in piedi sono le mie scelte. Io sono qui per volere mio. Mi sposterò per volere mio. So xè mi alzo ogni mattina xè ho fatto una scelta tempo fa. Ma quando i risultati, quando le aspettative vengono meno allora quella scelta diventa moooolto discutibile. E se la certezza manca, tutto quanto perde senso. Sarà che forse sono pessimista...forse solo malinconico.

Io sinceramente non so cosa voglia dire vivere di routine. Non mi ricordo neanche più cosa voglia dire avere una vita a ritmi "normali". Ho girato 3 stati in poco tempo. Il mio punto di vista quindi è distorto rispetto ad alcuni di voi, ma lo è per conseguenza, non per scelta.

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