domenica 5 aprile 2009

La Scelta

Credo che esistano persone che riescono a controllare meglio e più di altri la propria vita: queste persone sanno (o non sanno) quello che vogliono, dove vogliono arrivare o più semplicemente di cosa hanno bisogno per stare bene. Queste sono persone che scelgono.
Da quando sono andato via di casa, da quando mi sono slegato da tutto ciò che avevo ( non ho rotto il legame, solo allentato) sono entrato in una nuova situazione. Vivere dove si è nati è come correre in un corridoio stretto pieno di mobili: non c'è spazio, non ci si muove liberamente, bisogna adattarsi alla stanza ed agli ostacoli. Slegarsi allarga il corridoio. Niente più vincoli, niente più spazi stretti. Le difficoltà rimangono, quelle non si possono evitare ma noi siamo più liberi. Liberi dai soliti giri di amicizie e luoghi dove andare, liberi dai soliti modi di pensare, dagli schemi in cui la vita di provincia ti chiede di adattarti. Io ho fatto la scelta, la mia. Io non so però dove sto andando. La mia meta non è definita. Mi curo, sbagliando, più di come voglio essere e cosa fare nel presente che nel futuro. Ma sto scegliendo e più lo faccio più sento non tanto di avere il controllo ma di avere un ruolo attivo nella mia vita.
Ma una scelta importante presuppone una motivazione importante, ed a fronte delle molteplici soluzioni, anche una precisa base di giudizio. La motivazione è rendere la mia vita sempre migliore, sia per il lavoro che per le esperienze e le persone. Il mio giudizio è semplicemente fare la cosa più giusta per me. Sembra una banalità ma dio sa quante volte ho messo davanti a tutto "la cosa migliore" in senso assoluto anzichè in senso relativo. Per chè ormai ho capito che tipo sono. Mi taglierei una gamba prima di realizzare che non posso fare determinate cose: la colpa la imputerei sempre a me, alla mia presunta negligenza. Non sarebbe forse figo andarsene a vivere in Giappone? Ma come fai con la lingua, con una società così diversa, con dei vaori così diversi? No problem, dammi un pò di tempo e mi adatto, mi muovo, imparo e cercherò di fare del mio meglio. Non importa se mi sento un estraneo, se mi sento solo, disorientato, e dubbioso. Significa solo che non mi sto impegnando abbastanza. Questo è l'errore che ho fatto spesso. Perchè facendo una scelta, per quanto possa sembrare attraente non consideravo che non essere cmq la più adatta a me. Perchè è quello che conta. Io so di poter andare in Giappone, e di crearmi una vita, imparare la lingua e pure il JuJitsu. E sarebbe un'esperienza incredibile. Ma non è quello che mi serve veramente, quello di cui ho bisogno. Sta diventando la mia massima ormai. <>.
E fare una scelta impone un cambiamento, che non deve lasciare dubbi. Perchè stai cambiando? sei insoddisfatto di quello che avevi? Hai fatto veramente tutto per migliorarlo? Sopratutto a quest'ultima domanda dovremmo rispondere senza esitazione per far si che la nuova scelta di dispieghi nella maniera più ampia possibile senza avere strascichi derivanti dal passato.
Io non voglio stare seduto a guardare, io voglio partecipare, voglio muovermi, correre, voglio andare incontro agli eventi. Qualunque cosa succeda, qualunque conseguenza debba affrontare. Ecco perchè scelgo. Ecco perchè voglio tornare in Italia.

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